Per 20 anni una professoressa ha potuto insegnare indisturbata nelle scuole della Brianza anche se non possedeva una laurea. Una volta scoperta la menzogna, la donna è stata condannata a risarcire 314mila euro di stipendi.
Non erano mai esistite le due lauree, una in Pedagogia all’Università di Parma e l’altra in Psicologia all’Università Cattolica di Milano, né la certificazione che attestava la sua specializzazione nell’attività didattica di sostegno.
La professoressa vantava dei titoli che nella realtà non c’erano. Per questo motivo la Corte dei Conti della Lombardia ha condannato una docente a risarcire 314mila euro che corrspondono a 20 anni di stipendi che devono essere restituiti integralmente al ministero dell’Istruzione.
Tutto inizia il 10 maggio 2018 quando il dirigente scolastico della scuola dove insegnava la professoressa incriminata segnala alla procura una “fattispecie di danno erariale a carico” dell’insegnante. Il motivo era quello di aver prodotte false certificazioni.
La docente ricopriva in quel periodo il ruolo di insegnante di sostegno in una scuola superiore di Vimercate, comune in provincia di Monza e Brianza.
Per essere assunta a tempo indeterminato, la docente aveva presentato documenti falsi. “Ha dichiarato il falso e prodotto documentazione contraffatta al fine di ottenere i contratti di lavoro ai quali aspirava” – così si è espressa la Corte dei Conti lombarda.
Adesso la donna dovrà restitutire l’ingente cifra che avrebbe sottratto indebitamente allo Stato.