Essere una famiglia, non significa solo condividere caratteristiche genetiche specifiche, ma soprattutto condividere amore e rispetto. Infatti fin troppe volte, le persone che dovrebbero far parte della famiglia, ci feriscono in modo importante ed irreparabile. Infatti, un genitore dovrebbe guidare e proteggere un figlio, ma non tutti sono adatti per questo ruolo e feriscono molto i figli comportandosi in modo irresponsabile. Quando questo accade, prendiamo decisioni importanti e drastiche, che comportano un cambiamento importante. E proprio per questo motivo, un bambino scrive una lettera ad un giudice, chiedendo di rimuovere il cognome del padre biologico a favore del cogno del padre adottivo che lo ha cresciuto.
Un bambino di appena 8 anni in Brasile, ha scoperto troppo presto, cosa vuol dire soffrire a causa di un membro della famiglia. Infatti il piccolo prende una decisione alquanto insolita per un bambino della sua età. Porta il cognome di suo padre biologico, un uomo che non è mai stato presente o attento, e questo non lo può sopportare. Il bambino prende una decisione, e scrive ad un giudice una lettera per chiedere una mano per rimuovere il cognome del padre biologico.
Il piccolo vuole prendere il cognome di suo padre adottivo, ossia il compagno della mamma, che lo ha cresciuto da quando ancora era in fasce. Per lui, suo padre è lui, non l’uomo che lo ha biologicamente creato. Quindi, prende in mano la situazione, nonostante la sua tenera età. Il giudice che riceve la lettera, è una donna di nome Kathleen Nicola Kilian, e conduce un programma televisivo dove si svolgono delle udienze.
Il bambino ogni giorno guarda il programma di Kathleen e la ammira molto, quindi decide di riporre la sua fiducia nella donna. Quando Kathleen legge la lettera, in cui il bambino chiede di rimuovere il cogno del padre, resta senza parole. Decide di aiutare il piccolo, e risponde alla lettera spiegando che avrebbe contattato un avvocato civile, per occuparsi del caso.
Ovviamente il cambio non può avvenire senza il consenso del tutore legale del minore, in questo caso la mamma. Ma, il gesto di questo bambino spinge molti alla riflessione. Nonostante la sua tenera età, il piccolo ha già capito che per volersi bene e rispettarsi, non serve essere biologicamente legati. Una famiglia non si crea solo grazie al DNA, ma servono attenzioni, amore e rispetto reciproco.
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