Questa lontra nuota tenendo il suo cucciolo sulla pancia per tenerlo asciutto (VIDEO)

Pochi legami sono paragonabili a quello che tiene insieme madre e figlio. La maternità, d’altronde, è quella condizione che lega per sempre due esseri viventi. Non c’è sensazione più bella di quella di un cucciolo che viene accudito e coccolato dalla madre. Le madri non lasciano nulla al caso: insegnano in ogni modo le prime lezioni della vita.

Le immagini di una lontra e del suo piccolo sono diventate virali e hanno commosso migliaia di persone su Internet. Le immagini raccontano tanta cura e dolcezza, soprattutto per la sopravvivenza e la salvaguardia della prole. Non si tratta di un’interpretazione sentimentale di queste scene, qui c’è solo puro istinto materno. 

La mamma lontra, nuotando in uno stagno, mantiene il suo cucciolo al di sopra del pelo dell’acqua. Lo fa “viaggiare” sulla sua pancia lungo tutta la baia, solcando lo specchio d’acqua da un lato all’altro. 

La scena arriva direttamente da Monterey Bay, in California, grazie agli scatti e alle riprese di Suzi Eszterhas, una fotografa naturalista. Non poteva trattenersi dall’immortalare questa scena unica e probabilmente anche rara da riprendere.

Per non arrecare disagio alle lontre, la fotografa Eszterhas si è servita di un potente teleobiettivo per catturare le immagini da grande distanza. Le straordinarie foto raccolte raccontano una storia che conosciamo molto bene: una madre che protegge il cucciolo. Ecco perché queste foto, che sono anche immagini di una storia comune di ogni famiglia di esseri viventi, conquistano tantissimi cuori.

Gli esperti affermano che le madri sono anche in grado di lasciare molta autonomia ai propri cuccioli. Questo esemplare fotografato eccezionalmente, invece, è molto protettivo e attaccato al proprio cucciolo, al punto da trasportarlo stando attenta a non bagnare il manto del piccolo.

Racconta la fotografia, testimone di una scena quasi unica: “L’ha fatto così tante volte; mi ha fatto sentire come una babysitter. Era adorabile e mostrava davvero quanto possano essere vulnerabili e fiduciosi gli animali selvatici”.