Cose Molto Strane
detenuto in libertà

Un errore amministrativo consente ad un detenuto in Messico di scappare dalla porta principale

Incredibile ma vero, per una banale errore amministrativo, un detenuto rinchiuso nel carcere del Centro di Reintegrazione Sociale (Cereso) riservato agli uomini della città messicana di Aguascalientes, è stato rimesso in libertà. Scopriamo insieme il perché.

detenuto in libertà

Il detenuto era imputato in un processo che lo vedeva coinvolto con l’accusa di rapina. Il giudice aveva stabilito che scontasse 30 giorni di detenzione preventiva come misura precauzionale. L’uomo, inizialmente, era stato assegnato ad un’area sottoposta a quarantena per circa una quindicina di giorni. Durante questo lasso di tempo, il Segretario di Pubblica Sicurezza dello Stato ne avrebbe dovuto studiare a fondo il profilo e, in base ad esso, assegnarlo al relativo modulo abitativo. Le cose, però, non sono andate esattamente in questo modo.

carcere di Aguascalientes

Secondo le versioni ufficiali, per un mero cavillo burocratico, il detenuto ha potuto godere di un’inaspettata quanto immeritata libertà. In virtù di essa, il prigioniero è stato di fatto accompagnato verso l’uscita principale addirittura dai funzionari stessi della prigione. A quanto pare, si sarebbe trattato di una cattiva interpretazione di alcuni documenti.

La Procura ha inviato un’inchiesta interna al carcere, per appurare quali siano stati i fattori che abbiano contribuito al presunto errore burocratico. Il rischio in cui incorrono i responsabili di questo grave episodio va dal reato di evasione di detenuti all’esercizio indebito di pubblico servizio. Intanto, le autorità hanno immediatamente disposto la ricerca e la cattura dell’uomo in fuga.

cavillo burocratico consente libertà a detenuto

Diverse sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti circa l’esatto sviluppo del caso. Si parla, ad esempio, di un vera e propria fuga assistita o di un semplice stratagemma andato a buon fine perché in grado di aggirare le falle di un sistema di sicurezza inefficiente.

I presunti colpevoli su cui ricadono le maggiori responsabilità hanno nome e cognome. Si tratta di Juan Carlos Mayoral Esparza e Ulises Adrián García Ponce, rispettivamente direttore e coordinatore legale del carcere messicano. L’istituto penitenziario aveva già affrontato in passato problematiche di diversa natura. Fra queste, una denuncia per sovraffollamento, maltrattamento ed aggressione ai detenuti. Uomini ammassati in celle non concepite per contenere un numero elevato di persone costituisce senz’altro una violazione dei loro diritti e della loro salute.

carcere sovraffollato