In tempi spesso dimenticati, periodi di guerre e occupazioni nel Novecento, le persone nascondevano alcuni beni preziosi in luoghi introvabili con la speranza di riprenderli dopo molto tempo. Una pratica che avviene da secoli e secoli nella storia umana, certo, ma in questo caso, parliamo di un tesoro con una mappa. Istruzioni dettagliate portavano a localizzare il tesoro nascosto e a ottenere una gran bella ricchezza.
Siamo in Polonia, ed è la storia di un uomo di mezza età che recupera le informazioni da una “mappa del tesoro” del padre. “Dopo ripetute richieste – racconta Jan Glazewsky – mio padre, nei suoi ultimi anni, mi ha consegnato una mappa disegnata a mano di un luogo nell’Europa orientale sul fiume Dnestr. C’era una pagina e mezza di istruzioni intitolate Rotta per Toporowno ”.
Continua Jan: “Le istruzioni erano datate giugno 1989. Tatusz [il papà di Jan] ha disegnato la mappa a memoria cinquant’anni dopo essere fuggito dalla tenuta di famiglia allo scoppio della Seconda guerra mondiale. La mappa mostrava il luogo in cui lui e i suoi fratelli avevano seppellito l’argento di famiglia prima della loro frettolosa partenza”.
Il racconto ripercorre le fasi precedenti e quelle drammatiche, successive, all’occupazione sovietica della Polonia. “In quella tarda estate del 1939, mio nonno si era da poco ritirato da Lwów nella fattoria di famiglia dove mio padre aveva iniziato a coltivare. La famiglia si stava godendo il pranzo domenicale quando un fratello ha sentito alla radio che i Russi stavano per invadere la Polonia orientale proprio nell’area vicina alla loro fattoria. Lasciando il pranzo in tavola, mio padre, la sua nuova moglie e i suoi fratelli attraversarono il confine con la Romania. Mio nonno si rifiutò di lasciare la sua patria”.
L’invasione sovietica ebbe inizio il 17 settembre 1939, sedici giorni dopo l’attacco tedesco alla Polonia. Fu un’invasione di “risposta” nel territorio polacco. Il Paese fu diviso tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica stalinista.
Nell’organizzare la fuga e l’allontanamento dall’abitazione, si cercò di mettere da parte nascosti gli oggetti preziosi. Fucili da caccia e argenteria erano destinati a una buca nel parco. Tutto fu inserito in una borsa e quindi sepolto. I fratelli di mio padre e lui stesso credevano di attendere poche settimane. Invece sono passati settant’anni.
Mio padre avrebbe voluto recuperare almeno le cose di mia nonna. Jan, impegnato con il suo lavoro all’università, riconsiderò la mappa soltanto anni dopo. Non sarebbe stata una caccia al tesoro.
Tornando in Polonia ebbe modo di vedere come erano cambiate notevolmente le cose. La grande villa di famiglia era stata rasa al suolo dall’esercito russo. Jan e sua sorella riuscirono a localizzare la posizione grazie ai ricordi di alcuni abitanti locali. Trovarono dove si trovava lo scantinato della villa. Coinvolsero anche un paio di persone dotate di un metal detector.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, i rilevatori dei metalli iniziarono a segnalare la presenza di metallo. Scavando in corrispondenza della segnalazione del metal detector, emerse un candelabro d’ottone. “Il successivo pezzo è stato un altro candelabro, questa volta d’argento. – racconta Jan – L’argento scintillante contrasta con la terra scura. In quel momento mi meraviglio delle buone condizioni in cui si trova. Appaiono altri oggetti e poi monete. Mi viene consegnato un cucchiaio avvolto in un giornale ingiallito; il manico d’osso è consumato. Mi meraviglio che il giornale fosse ancora chiaramente visibile e leggibile”.
A un certo punto arriva il momento di un portagioie quadrato in argento. “Con le mani tremanti, lo apro delicatamente. All’interno ci sono alcuni oggetti più piccoli: una brocca per il latte d’argento e un portagioielli molto più piccolo, forse rivestito di ebano, all’interno del quale ci sono alcuni ninnoli e una sorprendente croce d’oro incastonata con ametista” ricorda Jan di quel giorno eccezionale”.
Si trattava di oggetti che erano stati toccati per l’ultima volta dalla madre, imballati in fretta e riposti con cura da una donna impaurita per un nemico che stava arrivando là fuori. Una sensazione coinvolge Jan e la sorella Lyla, davanti a quei piccoli oggetti “coperti” di polvere ma anche di ricordi e un dolore che non andrà mai via.