Sembra retorica sentimentale o il frutto del caso più sfortunato che ci fa maledire certe giornate, ma esiste davvero un motivo per cui in amore capita di essere attratti da persone che si rivelano davvero sbagliate per noi.
La psicologa Shelly Bullard ha spiegato il suo punto di vista per sostenere quanto ci facciamo del male in completa autonomia, in fatto di relazioni.
D’altronde è successo a tutti, almeno una volta nella vita, di invaghirsi di una persona che davvero, alla lunga, non fa completamente per noi. Che si tratti di passioni diverse, di visioni opposte sulla vita o di modi divergenti di intendere il senso di una relazione fra due persone, capita che la persona a fianco a noi a volte non sia adatta alla nostra attitudine, al nostro carattere, alla nostra persona complessivamente.
Umani e amore, lunga storia di persone sbagliate
Shelly Bullard, che è stata anche terapeuta matrimoniale e familiare, ha indagato sull’argomento per strutturare una teoria accettabile su questo meccanismo perverso che un po’ tutti noi abbiamo conosciuto.
Secondo Bullard tutte le persone hanno due tipi di sè, il “piccolo sé”, ovvero il sé ferito, quello che possiamo definire l’ego, e il “sé spirituale“, cioè il sé superiore, l’adulto o l’anima.
Se il “sé spirituale” non dubita affatto del proprio valore e del proprio status – e proprio per questo è visto dal “piccolo sé” come superiore, sicuro, forte – la parte di noi che si sente incompleta, il “piccolo sé”, non si sente mai del tutto soddisfatta, compresa, completata, anzi, si sente sempre in condizione di interrogarsi sul proprio valore.
Questo modus particolare, questo punto di vista, ci fa sentire inferiori, quasi inetti ed è una sensazione con cui ci scontriamo violentemente. L’approvazione esterna, appunto l’azione dell’ego, si muove alla continua ricerca di convalide materialistiche come i soldi, un lavoro migliore, un partner migliore, una casa più bella. Inseguendo questi ideali, si pensa di raggiungere una qualche felicità definitiva, ma l’Io non sarà mai felice, proprio perché è nella sua natura intrinseca la sensazione di “incompleto”.
Ferita attira ferita, un ciclo apparentemente continuo
Nei rapporti romantici l’ego è la parte più attiva, quelle delle ferite, e dato che amore e dolore sono profondamente connessi, proprio alla fine di una relazione conclusasi male ci portiamo dietro il dolore che ci ha provocato, attirando contestualmente altre persone che mostrano la stessa sensazione.
Spiega Bullard: “Il tuo inconscio è programmato per attirare persone che hanno le tue ferite. La ragione di questo è che crescerete“. È un modo per affrontare il dolore, un modo per guarire le ferite lentamente condividendone motivazioni e origini con il partner. Per affrontarle, però, vogliamo prima vedere tali ferite e rivivere in qualche modo tutto il male che ci hanno provocato.
Come interrompere questo ciclo apparentemente senza fine? Secondo Bullard la soluzione è teoricamente semplice e banale ma praticamente davvero difficoltosa: entrare in contatto con il nostro “sé superiore”. Quello che “conosce la verità su di te, che sa che sei degno, incredibile, potente. Che già sei completo“.
Sentirsi completi col cuore a pezzi
Per questo è importante porsi in modo da considerare le persone sbagliate come passaggi importanti per risolvere la nostra completezza e mettersi in uno stato d’animo che non metta in pericolo o in dubbio il nostro valore.
La lezione di Bullard spinge a provare a guarire i nostri rapporti dall’interno, da noi stessi, piuttosto che cercando la ferita su di sé o nell’altro. Una persona sbagliata, quindi, è solo un’occasione per crescere.