Viaggiare in aereo comporta delle limitazioni e delle ristrettezze a livello di spazi innegabile. Chi ha un corpo plus size è costretto a comprare due posti a sedere altrimenti non può volare. Una giovane ragazza combatte sui social questa enorme discriminazione che ogni volta si ritrova a subire essendo lei una persona grassa. Così ha deciso di fare una petizione per dare voce a tutte le persone con un corpo fuori dagli standard in fatto di regole per viaggiare. “Non è giusto far pagare di più le persone grasse per prendere un volo aereo”.
La creatrice di contenuti digitali Jaelynn Chaney, influencer plus size, è stanca di sentirsi discriminata dalle compagnie aeree ogni volta che prende un volo. La ragazzi denuncia sui social la situazione che è costretta a vivere. A cominciare dal fatto che è obbligata ad acquistare due posti a sedere. Infatti gli aerei non dispongono di sedili sufficientemente grandi per persone grasse come lei.
Così Jaelynn fa una petizione rivolta alla Federal Aviation Administration degli Stati Uniti. In buona sostanza Jaelynn chiede prima di tutto la possibilità che ogni aereo disponga di sedili più ampi da implementare sugli aerei. Ogni volta è costretta ad acquistare sempre un secondo posto
L’influencer plus-size lotta per fare in modo che tutti i viaggiatori abbiano il diritto di volare con dignità, a prescindere dal loro corpo. Se ogni aereo avesse dei posti più grandi già implementati per loro sarebbe più semplice muoversi.
“L’implementazione di politiche per accogliere i passeggeri plus size può avere costi associati, ma questi costi devono essere soppesati rispetto ai vantaggi della creazione di un’esperienza di viaggio più accogliente e inclusiva “ , ha aggiunto.
Ogni volta che lei e il suo fidanzato prendono un volo vivono un forte disagio. E lei ha sempre denunciato tutto sui suoi profili social. Ma adesso ha detto basta e per questo ha fatto una petizione.
“Durante un volo da Pasco a Denver, il mio fidanzato è stato oggetto di commenti odiosi, sguardi di disapprovazione e persino il rifiuto di sedersi accanto a lui, il che equivaleva a discriminazione” – ha raccontato.