Il giorno dell’accredito dello stipendio è, per tutti, sempre un gran giorno. Boccate d’ossigeno che rivitalizzano e che concedono il lusso di pensare con più spensieratezza ai giorni a venire. Non c’è nulla, infatti, di più gratificante che trovare pronto sul proprio conto il pagamento dovuto, soprattutto dopo un mese di duro lavoro.
Immaginate addirittura, se oltre alla somma pianificata, doveste ritrovare accreditati sul vostro conto in banca dei soldi in più. Parecchi soldi in più. Sicuramente, incredulità e gioia pura la farebbero da padrone nei vostri cuori. Ed è proprio ciò che deve aver provato un dipendente di un’azienda cilena, esattamente il 30 maggio 2022. Il giorno in cui l’uomo ha realizzato di aver ricevuto un deposito da parte della sua azienda di 165.398.851 pesos cileni, una somma pari approssimativamente a 190.000 dollari.
Nessun regalo o dono, in realtà. Trattasi semplicemente di un errore. Artefice di questo sbaglio il settore risorse umane del Food Industrial Consortium (Cial), una delle più grandi aziende di carne con sede nel Cile. Il dipendente ha chiesto immediatamente chiarimenti al vicedirettore dell’azienda, raccontandogli l’incredibile accaduto. Il funzionario gli ha confermato l’errore, specificando che i soldi accreditati, ovviamente, non gli corrispondevano.
Il dipendente, che lavora come assistente di spedizione, guadagna uno stipendio di 500.000 pesos cileni, circa 570 dollari. Dopo la segnalazione, il giovane ha prontamente rassicurato i vertici dell’azienda che, stesso l’indomani mattina, avrebbe provveduto a recarsi in banca per restituire la somma dovuta. Cosa che invece, di fatto, non è mai accaduta.
Nonostante i dirigenti abbiano cercato, nel corso della mattinata, di comunicare con il loro dipendente, ogni tentativo è risultato vano. Almeno fino alle 11. Orario in cui l’uomo ha risposto finalmente al telefono, rassicurando ancora una volta che tutto sarebbe stato risolto al più presto. Così, però, non è stato.
Il 2 giugno il lavoratore ha presentato, attraverso il suo legale, una lettera di dimissioni volontarie. L’azienda ha prontamente risposto avviando un’azione legale nei suoi confronti. L’accusa è di “appropriazione indebita”. Da allora, nessuno è riuscito ad entrare in contatto con l’uomo né a scoprire dove si trovi.
Sebbene la tentazione possa essere forte, sarebbe auspicabile non intascare mai somme non dovute. Le conseguenze, soprattutto di natura legale, potrebbero essere poco piacevoli. O potrebbero, addirittura, mettere in seria difficoltà i fautori stessi dell’involontario “dono“.