A volte non serve avere una X rossa su una mappa per trovare il tesoro. È la storia di questa fortunata coppia che ha trovato un incredibile tesoro di 264 monete d’oro. Dove? Sembra assurdo ma si trovavano sepolte sotto il pavimento della loro cucina. Un tesoro tutto da vendere alla bellezza 250 mila sterline.
La coppia senza nome (pensiamo per ovvie ragioni!) stava ristrutturando il pavimento della loro cucina quando si sono imbattuti in una strana tazza piena di monete che risalgono a diversi secoli fa, anche 400 anni fa.
Perché quel tesoro di monete era lì?
L’incredibile ritrovamento avviene in una proprietà indipendente del XVIII secolo nel villaggio di Ellerby, a nord di York, a pochi centimetri di profondità sotto il cemento. I proprietari, inizialmente, hanno pensato fosse una qualche sezione di cavistica per l’elettricità o di conduttura di altri cavi.
Poi la scoperta: una tazza di terracotta invetriata di sale che aveva all’incirca le stesse dimensioni di una lattina di Coca-Cola. Le monete d’oro sono state datate tra il 1610 e il 1727 e risalgono ai regni di Giacomo I, Carlo I, fino a Giorgio I.
Un esperto ha visitato la loro proprietà per valutare il tesoro e per aiutare nella ricostruzione della storia di queste monete. Le monete sono state fatte risalire come appartenenti a una ricca famiglia di mercanti di Hull, i Fernley-Maisters.
Le monete furono accumulate durante la vita di Joseph Fernley e di sua moglie Sarah Maister. Fernley morì nel 1725 e la sua vedova rimase a Ellerby per il resto della sua vita fino alla sua morte all’età di 80 anni nel 1745.
Il tesoro di Ellerby
Le monete risultano ufficialmente rinnegate – quindi estromesse da ogni conseguenza ereditaria – e allora possono essere messe all’asta. Uno dei dettagli più interessanti di questo lotto ritrovato è una ghinea di Giorgio I del 1720, che presenta un errore di zecca. La moneta non ha la testa del re su di essa, ma ha due lati “coda” della moneta, e si prevede che recupererà potrà valere da sola 4 mila sterline.
Una ghinea di Carlo II del 1675, invece, ha un errore di ortografia, con il nome latino del re scritto in modo errato come CRAOLVS invece di CAROLVS, altro punto di rialzo della valutazione singola e complessiva.
Il banditore Gregory Edmund ha dichiarato: “Questa è una scoperta affascinante e molto importante. È straordinariamente raro che orde di monete d’oro inglesi arrivino sul mercato”.
“Tuttavia, il numero di monete e il metodo unico di sepoltura rappresentano una straordinaria opportunità per apprezzare la complicata economia inglese nei primi decenni della Banca d’Inghilterra e la significativa sfiducia nei confronti della sua nuova invenzione, la banconota”, afferma l’esperto.
Non si ricorda una scoperta simile a memoria d’uomo, in queste modalità, senza una ricerca ad hoc e soprattutto ristrutturando casa.