Cose Molto Strane

Dopo oltre vent’anni esce dal carcere il presunto assassino: la “vittima” in realtà era viva

La condanna al carcere per diversi anni è un momento assai duro, certamente previsto e affrontato nel momento della colpevolezza. Le condanne lunghe, inoltre, rendono anche difficile reinserirsi nella società e nella vita lavorativa quando la pena risulta scontata. Ma cosa succede se una persona è stata in carcere per due decenni da innocente? Nessun risarcimento darà indietro vent’anni di vita. Eppure è quello che è successo in Messico e ha davvero dell’incredibile, non solo per l’entità dell’errore.

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Un insegnante di musica a Texcoco, in Messico, Manuel Germán Ramírez Valdovinos, ben 21 anni fa è stato arrestato dalla Polizia che ha fatto irruzione nel suo appartamento. Era anche il giorno del compleanno di suo figlio, e l’uomo è arrivato in carcere praticamente nell’immediato. Il processo di incriminazione sarà stato davvero chiaro e inequivocabile, evidentemente. Eppure non doveva andare così.

L’uomo è stato accusato di aver ucciso un giovane, a quanto pare, la polizia lo ha fatto confessare torturandolo. In altre parole, si doveva trovare un colpevole a tutti i costi. Gli agenti hanno tenuto conto solo delle dichiarazioni fatte in costanza di tortura. Qualcosa di atroce e agghiacciante.

L’insegnante di musica è finito in carcere dopo che un giudice ha emesso una condanna a 41 anni di reclusione, nel 2003. Nel 2006, però, arriva il colpo di scena: il cadavere ritrovato non corrispondeva alla persona che si sospettava vittima del professore. La persona identificata come “la vittima”, quindi, poteva essere una persona potenzialmente viva. L’insegnante, però, era ancora detenuto nella prigione di Almoloya de Juárez.

La presunta vittima dell’omicidio era ancora viva e risiedeva negli States. Pare anche che questa persona che doveva “sparire dai radar” avesse pagato dei funzionari messicani per incastrare Manuel e risultare un morto, insomma un fantasma.

Ci furono anni e anni di lotte giudiziarie fino a quando senatori e attivisti sono riusciti a chiedere l’amnistia davanti ai tribunali messicani. Saggiamente, le autorità hanno deciso di rilasciarlo. Ma a che prezzo. La fuga di qualcuno e la corruzione per sparire dal Messico erano costate anni di vita di un innocente qualsiasi.

La senatrice ha pubblicato le foto del rilascio di Manuel e ha scritto sul suo profilo Twitter: “Verità e giustizia finiscono sempre per trionfare di fronte a qualsiasi avversità. È un giorno memorabile, una data che ci permetterà di ricordare che la giustizia vive”. Resta comunque tanta amarezza a fronte delle celebrazioni politiche.