A 8 anni si fa crescere i capelli per donarli a una bambina malata di cancro

Il grande cuore dei bambini permette di compiere azioni nobili. Come ha fatto il piccolo Thomas che a soli 8 anni ha deciso di farsi crescere i capelli per donarli ad una piccola bimba che stava lottando contro il cancro. Il ragazzino aveva sentito la sua storia in televisione e, dopo averne parlato a lungo con la madre, ha preso questa decisione. Thomas era rimasto particolarmente colpito dalla bambina malata di cancro.

Thomas Moore ha iniziato a farsi crescere i capelli quando aveva solo 8 anni. Il motivo di questo suo cambio di look ha fatto commuovere tutti. Il suo intento era quello di donarli ad una bambina malata di cancro.

Dopo aver sentito in televisione la storia di Kyssi Andrews, una bambina di soli 5 anni che stava lottando contro il cancro e si sottoponeava alla chemioterapia, Thomas ha scelto di farsi allungare i capelli per darli a lei. “Una volta che gli ho spiegato che la ragazza aveva il cancro, cos’è il cancro e come la chemioterapia influisce sul corpo, ha deciso che voleva farsi crescere i capelli e donarli a Kyssi” – ha raccontato la mamma di Thomas.

I capelli di Thomas hanno raggiunto una lunghezza per lui soddisfacente dopo 2 anni. Purtroppo però intanto la piccola Kyssi non ce l’ha fatta. La notizia della sua morte ha emozionato Thomas ma non si è scoraggiato. Ha continuato a farsi allungare i capelli per donarli a chi ne aveva bisogno.

Lo scatto di Thomas dopo il taglio di capelli è diventato virale sui social. “Volevo solo che fossero abbastanza lunghi da rendere felice la bambina” – dice il ragazzino spiegando in poche parole il motivo della crescita dei suoi capelli.

Il gesto di Thomas non è andato perduto. Infatti grazie ai suoi capelli tre bambini malati hanno potuto ricevere la loro parrucca. E anche la madre della piccola Kyssi ha commentato ciò che ha fatto Thomas in maniera commossa: “Sapere che il mio angioletto Kyssi è ancora una fonte di ispirazione mi rende orgoglioso. La sua eredità continua a vivere.”

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