La piccola Honey-Rae è nata con una grande voglia che ricopre la parte sinistra del suo corpicino. I suoi genitori hanno voluto riprodurre sulle loro gambe la stessa macchia della figlia per non farla sentire diversa o sola. Il loro gesto può sembrare estremo ma, spinti dal desiderio di trasmettere sicurezza alla bambina, hanno deciso di farlo.
Tanya Phillips e suo marito Adam hanno sempre messo al centro del loro mondo la figlia Honey-Rae. La bambina sin dalla nascita ha dovuto affrontare una serie di difficoltà. È stata per un periodo in incubatrici a causa di alcuni problemi respiratori. Quando poi si sono accorti della diffusa voglia con cui era nata hanno subito pensato al fatto che la bimba si potesse sentire diversa dagli altri.
Così in occasione del loro quarantesimo compleanno hanno deciso di farsi un tatuaggio molto particolare: hanno riprodotto sulle loro gambe la stessa identica voglia della figlia.
“Sì, quello che abbiamo fatto sembra piuttosto eccentrico – racconta Tanya – e non avrei mai sognato una cosa simile. La maggior parte delle persone potrebbero pensare che sia un gesto molto estremo, ma per noi è stata la cosa più naturale per fare in modo che nostra figlia non si sentisse mai diversa o sola“.
L’episodio che li ha convinti a farsi tatuare la voglia
L’unico pensiero dei genitori era rivolto alla figlia e alle cattiverie che le persone potevano dire nei suoi confronti. Un episodio in particolare è stato determinante. Mentre Tanya era al centro commerciale con la figlia, che in quell’occasione aveva dei pantaloncini corti, ha notato una coppia che fissava la gamba della bambina. Questa vicenda ha scaturito in lei un senso di protezione nei confronti della piccola.
Una volta fatto il tatuaggio e dopo averlo mostrato alla figlia, i genitori hanno visto la bambina sorridere ed essere felice di vedere anche le loro gambe con la stessa sua voglia.
Per alcuni la decisione di farsi tatuare in maniera così vistosa è stata una scelta coraggiosa e d’amore, secondo altri invece avrebbero dovuto lavorare sull’autostima della bambina che, essendo ancora così piccola, non avrebbe potuto vivere un diagio così forte.
Che ne pensate voi?
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