Il viaggio in aereo è la scelta più comoda e veloce per raggiungere posti altrimenti faticosamente raggiungibili. L’auto o il treno, per non parlare delle ore in nave, possono risultare situazioni scomode e insopportabili per molte persone. Non sempre il volo, però, è un’esperienza piacevole, come dovrebbe essere garantito da ogni compagnia aerea. Ed è quello che, purtroppo, ha potuto testimoniare una donna su un volo diretto a Boston e partito a Houston, negli Stati Uniti.
I passeggeri, chiaramente, possono agire, anche per vie legali, nei confronti di una compagnia, come qualsiasi attività commerciale, per lamentare un cattivo servizio o un problema arrecato. Durante il volo, questa donna, Shirley Yamauchi, ha dovuto trascorrere un viaggio “da incubo” in aereo in compagnia della figlia di circa 2 anni. L’insegnante delle Hawaii doveva recarsi a un congresso accademico a Boston.
La donna ha acquistato anche un biglietto per sua figlia, dato che allora era di età superiore ai due anni, e necessitava un posto a parte. I più piccoli potevano viaggiare in braccio. Il volo, gestito dalla United Airlines e acquistato per la bellezza di 1.000 dollari, non è andato come sperava. Prima di decollare è successo qualcosa di inaspettato. Un passeggero con un volo sospeso è potuto salire su questo volo e ha avuto necessità di occupare un posto sull’aereo. Quale posto, lo immaginate già.
La bambina di poco più di due anni è stata allora accorpata al posto della madre, facendoli viaggiare con la prima in braccio alla madre. Un intero volo in condizioni a dir poco disastrose e scomode. Si è trattato di 3 ore e mezza, scomode e salatissime, come abbiamo detto. 1.000 dollari per ogni viaggiare in condizioni vergognose.
La United Airlines ha dovuto scusarsi, dato che Yamauchi si è lamentata con l’assistente di volo. Tutto ciò che ha ottenuto è stata, banalmente, “spallucce” e un nulla di fatto. “L’assistente di volo mi ha confermato che il bambino avrebbe avuto un posto a sedere. Poco dopo, un uomo del Maine, vestito con un completo da lavoro, era seduto accanto a me. In seguito mi ha detto che era nono in lista d’attesa e che aveva pagato 75 dollari per il posto”, ha scritto Yamauchi su Facebook
La donna non poteva restare con le mani in mano. Ha parlato con gli agenti all’aeroporto che l’hanno indirizzata al servizio clienti. Nonostante il rifiuto iniziale della compagnia aerea e la mancanza di un qualunque rimborso, dopo cinque giorni dall’episodio e un tam tam mediatico importante, la compagnia aerea ha finalmente annunciato scuse pubbliche a Yamauchi e a sua figlia.
“Ci scusiamo profondamente con la signora Yamauchi e suo figlio per questa esperienza. Stiamo rimborsando il biglietto di tuo figlio e fornendo un buono di viaggio. Stiamo anche lavorando con il personale del gate per evitare che ciò accada di nuovo” recita un comunicato.
“Avevo comprato questi due biglietti con largo anticipo. Abbiamo fatto il check-in due ore prima dell’imbarco. Avevo le mie ricevute. Avevo la mia carta d’imbarco. Eppure è successo questo”, racconta la donna, molto delusa dal trattamento ricevuto.