Una recente vicenda di malasanità è rimbalzata agli onori della cronaca per i suoi incredibili effetti, perpetuati ai danni di diciassette bambini spagnoli. Una vicenda che sta letteralmente facendo il giro del mondo per la sua inoppugnabile assurdità. Secondo quanto riportato da notiziari e testate giornalistiche della penisola iberica, ben diciassette bambini presenterebbero una medesima condizione denominata “sindrome del lupo mannaro“. Tale sindrome si caratterizza per la presenza e la crescita anomala di peluria sul corpo. Essa avrebbe avuto origine dalla contaminazione e somministrazione di un farmaco ben preciso. Ma analizziamo nel dettaglio questa incredibile vicenda.
Il farmaco assunto dai diciassette bambini spagnoli risulterebbe essere stato contaminato da un farmaco utilizzato per stimolare la crescita dei capelli ed indicato in particolare contro l’alopecia. Originariamente, tale farmaco era utilizzato per le sue proprietà vaso-dilatatorie. Era in grado, infatti, di ridurre la pressione arteriosa. Durante il suo utilizzo, però, i medici avevano riscontrato alcuni effetti collaterali, quali ad esempio: l’ipertricosi e la ricrescita dei capelli. Ecco spiegato il motivo per cui i medici avevano dirottato il suo utilizzo come pratica curativa contro l’alopecia.
In seguito all’assunzione di questo farmaco contaminato, i diciassette bambini hanno iniziato a manifestare un considerevole aumento di peluria in zone precise del corpo come la fronte, le guance, le braccia, le gambe e le mani. Da qui, il nome scelto dai medici per indicare tale condizione: “la sindrome del lupo mannaro”.
Le indagini effettuate hanno evidenziato il coinvolgimento di trenta farmacie, dislocate tra Cantarbia, Andalusia e Valenza. Il farmaco non è ovviamente più presente sul mercato e la sua assunzione risulta sospesa. Da quanto risulterebbe, in seguito alla sospensione della sua somministrazione, gli effetti della anomala peluria sembrerebbero stare diminuendo gradualmente. Ancora non è noto, però, se scompariranno in maniera definitiva.
L’inchiesta ha appurato un problema di base relativo al confezionamento dei medicinali. All’interno di un’azienda produttrice, infatti, gli addetti avrebbero applicato erroneamente le etichette. Il farmaco indicato per la crescita dei capelli è stato scambiato per quello utilizzato contro il mal di stomaco nei bambini.