La storia che stiamo per raccontarvi parla di un uomo che ha vissuto un’esperienza davvero traumatica. Josè Salvador Alvarenga è un pescatore salvadoregno che nel 2012 si è avventurato in una battuta di pesca di squali in Messico. Una tempesta però ha colpito la barca facendogli perdere tutta l’attrezzatura. L’uomo è stato disperso in mare per più di un anno.
Questo pescatore era solito avventurarsi in mare, ma questa volta è successo qualcosa di assolutamente imprevedibile. Josè Salvador Alvarenga è risultato disperso in mare per ben 438 giorni, ed è riuscito a sopravvivere. All’inizio il pescatore non era solo, con lui c’era un ragazzo che però non è tornato vivo.
Il primo mese mangiava tartarughe marine e beveva il loro sangue. Riusciva pure a pescare gli squali piccoli per mangiarli. Ma se Josè è sopravvissuto a questa avventura è stato grazie al potere della sua immaginazione. Infatti come lui stesso ha raccontato, durante quei 438 giorni in mare ha mangiato il cibo migliore della sua vita, tutto frutto della sua fantasia.
“Ero solo non sapevo cosa fare, la noia e la solitudine potevano prendere il sopravvento. Quando vedevo passare uno squalo piangevo meno, era qualcuno con cui parlare, era l’unico modo per far trascorrere il tempo“ – ha dichiarato successivamente in un’intervista.
Soltanto grazie al potere della sua immaginazione, e a qualche nutrimento ai limiti del mangiabile, Josè è riuscito a trovare la forza per non lasciarsi andare e continuare a vivere.
Ha sperato che qualcuna delle navi container di passaggio, più di venti nel corso dei mesi, si accorgesse di lui. Ma questo sembrava non avvenire mai.
Sembra essere stata un’impresa impossibile da superare, ma questo pescatore è riuscito a non abbattersi e a sopravvivere per ben 438 giorni da solo in mare fino a quando è stato salvato.