Alcuni anni fa, fece molto parlare un video, ripreso anche da TikTok, che godette di una grande popolarità social. Una clip che ancora adesso colpisce e commuove per l’intensità delle emozioni che scatena in tutti coloro che lo visionano. Una dolcissima storia quella che ha visto protagonisti, da una parte, un bambino di origini africane e dall’altra una coppia desiderosa di accoglierlo nelle vesti di mamma e papà. La storia della nascita di una nuova famiglia già di per sé incredibilmente meravigliosa, ma che è stata, fra l’altro, anche il preludio all’ideazione e creazione di un importante progetto di solidarietà. Approfondiamo insieme.
La storia si svolge nel maggio del 2017 quando, quattro famiglie italiane sono partite alla volta del Burundi, in Africa, per adottare altrettanti bambini. Un atto di solidarietà che si è espresso non solo nei confronti dei singoli bambini in questione, ma che ha assunto connotati ancora più grandi e generosi. Dopo l’esperienza dell’adozione, infatti, queste famiglie hanno deciso di rendere il loro sogno ancora più meraviglioso, dando vita all’onlus denominata 4INZU. L’obiettivo che tale organizzazione si prefigge di raggiungere consiste nel costruire una casa per i bambini rimasti a Gitega, la capitale del Burundi, in attesa anche loro di incontrare una mamma ed un papà.
Il nome dell’onlus sta ad indicare proprio il numero delle famiglie coinvolte nel progetto. Il termine “inzu” invece in lingua kirundi significa “famiglia“, “casa“. Un’idea nata dall’esperienza dell’adozione intrapresa da queste famiglie. Esse si sono affidate ad una missione locale che si occupa e gestisce l’opera di solidarietà nei confronti di piccoli rimasti orfani.
In un’intervista rilasciata al magazine “Vita“, i fondatori della onlus spiegano che a gennaio 2017 hanno ricevuto una telefonata:
Un inizio d’anno col botto, ci comunicarono che eravamo diventati i genitori del piccolo Olivier, di 5 anni. La telefonata arrivò lo stesso giorno anche alle altre tre coppie, che diventarono così i genitori di Arsene, Chancelline ed Enok.
Dopo 5 mesi, le quattro famiglie sono partite alla volta del Burundi per incontrare i loro bambini:
Soltanto noi avevamo 13 valigie e quattro trolley come bagaglio a mano, colme di materiale scolastico, latte, vestiti, omogeneizzati… nessuno ci aveva chiesto nulla, ma avevamo capito che l’orfanotrofio dove stava Olivier non aveva niente.
Esattamente il 2 maggio 2017 le famiglie poterono abbracciare i loro bambini. Leonardo e Maria Giovanna Dioguardi di Rutigliano in Puglia, Francesco e Francesca di Martinfranca, Sabino e Roberta di Canosa di Puglia e Antonio e Beatrix di Vicenza, protagonisti proprio del video tanto apprezzato dal web.
Dall’adozione ad un altro grande atto di solidarietà
Non saprei neanche dire a chi è venuta, per primo, l’idea di fondare una onlus. Credo che sia stata concepita insieme, sul posto, senza nemmeno forse verbalizzarlo, certamente figlia anche dell’incredibile armonia che è nata fra noi famiglie.
A Leopold, colui che ha allevato e cresciuto i quattro bambini adottati, è stata fatta un’importante promessa: l’acquisto di un terreno e la costruzione di una casa che potesse ospitare altri bambini bisognosi.
Una promessa nata da un grandissimo sentimento di riconoscenza nei confronti di questo ragazzo. I nostri figli erano in una situazione di estremo bisogno e lui li ha accolti e cresciuti, donando loro un affetto incondizionato. I bambini sono davvero incredibilmente sereni, sono stati preparati benissimo all’incontro con noi, abbiamo un po’ il desiderio di sdebitarci.
L’onlus è riuscita a reperire molti fondi che saranno utilizzati per la costruzione di un nuovo e grande orfanotrofio.