Esistono ruoli professionali che, più di tutti, rivestono una fondamentale importanza nella nostra società. Il loro operato, infatti, si riflette verso categorie sociali indiscutibilmente bisognose di particolare cura e dedizione. Tra queste, spicca senz’altro la figura dell’insegnante. Una figura che rappresenta da sempre un punto di riferimento per le giovani menti che ad essa guardano come propria guida culturale, emotiva e sociale. In particolare, il loro lavoro acquisisce una valenza ancora più marcata quando è rivolta ai più piccoli, le cui menti risultano ancora tutte da forgiare e da indirizzare verso i migliori valori. Menti che, d’altra parte, evidenziano tutta la loro fragilità, per le quali occorrerebbe nutrire sempre un profondo rispetto. Rispetto che, evidentemente, non ha ricevuto il giovane protagonista della storia che stiamo per raccontarvi. Un giovanissimo studente che ha deciso di manifestare tutto il proprio disagio attraverso una lettera indirizzata alla preside della sua scuola.
Santiago Undurraga, è un ragazzino che frequenta la prima media che da tempo pativa vessazioni di natura psicologica da parte del suo insegnante. Un disagio che è cresciuto al punto tale da raggiungere un punto di rottura, sfociato con la stesura di una lettera indirizzata alla preside della sua scuola. In questa lettera, Santiago ha deciso di manifestare tutta la propria sofferenza emotiva scaturita dal trattamento insensibile, e a tratti oppressivo, tenuto nei suoi confronti da parte di uno dei docenti. Nella lettera, il giovane studente non si è limitato a denunciare i maltrattamenti subiti. Ha, infatti, anche avanzato una precisa richiesta alla dirigente scolastica: la possibilità, ovvero, di lasciare la sua classe.
La zia di Santiago non ha esitato a rendere nota la lettera del piccolo, condividendola sui suoi profili social. La donna ha spiegato come i bisogni speciali del nipote, a cui è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico, non siano adeguatamente soddisfatti. Alla richiesta degli insegnanti di iscrivere Santiago ad una scuola più adatta a gestire le sue condizioni e di aumentargli le medicine, i parenti del piccolo hanno manifestato la propria netta opposizione. Loro insistono nell’affermare che lo studente non sia afflitto da ritardo mentale, ma da diversità funzionale.
Queste le parole di sfogo della zia:
Mia sorella mi ha mostrato la lettera che mio nipote ha scritto spontaneamente e mi ha spezzato il cuore . Era tutto uno scherzo per quell’insegnante, ma dovrebbero sapere che le persone con autismo non capiscono le barzellette. Non lo trovo divertente. Dov’è l’integrazione scolastica? Dov’è l’inclusione educativa? Per favore aiutami a diffondere questa situazione.
Di seguito, uno stralcio della lettera del piccolo Santiago:
Fa ridere tutti e questo mi fa sentire triste, arrabbiato. Ieri in classe mi sono dovuto nascondere sotto il banco per quello che è successo. I miei compagni hanno riso di nuovo e sono dovuto correre fuori dall’aula per piangere.
Un tristissimo esempio di come, purtroppo, esistano persone non affatto degne dell’importante ruolo che ricoprono. Ogni bambino, indipendentemente dalla propria condizione, merita assoluto rispetto ed amore.