La scuola rappresenta, a tutti gli effetti, il principale impegno sociale ed educativo che i nostri bambini perseguono sin dalla loro più tenera età. Un impegno indiscutibilmente ricco di iniziative, attività, insegnamenti che tutti insieme concorrono alla formazione più completa degli alunni. Oltre al quotidiano studio in classe, gli alunni hanno fra le loro principali incombenze anche quella inerente ai compiti da svolgere a casa. Intesi come un approfondimento e rafforzamento di quanto già appreso a scuola, i compiti rivestono senza dubbio una loro importanza, pur non essendo particolarmente amati, né dagli alunni stessi né tantomeno dai genitori. Ne sa qualcosa la protagonista della storia che stiamo per raccontarvi.
Una madre, particolarmente insofferente, ha scritto una nota sul diario del figlio indirizzata alla maestra. Il messaggio contenuto in tale nota esprimeva la richiesta della donna di non inviare più compiti in quanto la “routine” della famiglia non ne consentiva il giusto e completo svolgimento. Nella nota, la madre affermava: “siamo troppo stanchi per fare i compiti“.
Di seguito, riportiamo alla vostra attenzione l’intero contenuto del messaggio:
Buongiorno! Signora Insegnante,
si prega di non allegare compiti durante la settimana. La nostra routine, unita alle attività extracurriculari dello studente, non ci permette di svolgerli. Abbiamo provato diverse volte, ma noi e lo studente siamo troppo stanchi per fare i compiti. Inviate solo il venerdì, poiché verranno effettuati durante il fine settimana. Durante la settimana è inutile!
Il messaggio, come era prevedibile, ha scatenato un acceso dibattito sui social media in merito alla questione. Ovvero, sulla necessità o meno di assegnare i compiti ai bambini ai fini di una loro migliore educazione. Se per molti educatori i compiti servono per rafforzare i concetti appresi e studiati a scuola, per altri esperti del settore non è cosi. Essi considerano esagerata l’idea di assegnarne troppi, soprattutto ai bambini della scuola della prima infanzia.
Il bambino protagonista di questa storia ha appena tre anni. Immaginiamo, dunque, che nel suo caso non sia necessario subissarlo di compiti ed attività extra da svolgere a casa. D’altra parte, indubbiamente i compiti, assegnati secondo modalità congrue ed adeguate, consolidano nozioni acquisite a scuola che necessitano di approfondimenti fatti a casa.