Non la vedi, ma diamine se la senti! La muffa è fonte di innumerevoli problemi di salute e può colpire qualunque casa, specie quelle trascurate. In un post pubblicato sui social, un utente ha raccontato di una spiacevole esperienza capitatagli con il proprietario di una casa messa in affitto su Airbnb.
Fin dal suo arrivo ha notato che le condizioni divergevano da quanto descritto sull’annuncio. E se ne è accorto ancora di più con il passare del tempo, quando ha accusato pure malessere. Strano, dal momento che fino ad allora, non gli era capitato nulla di simile.
Controlla la qualità dell’aria per il persistente odore di muffa: l’esito è sconcertante
Si sentiva parecchio debilitato e gli risultava difficile stabilire un efficace piano d’azione. Perché se ciò dipendeva dall’abitazione occoreva agire e in fretta. A corto di idee, improvvisamente gli si è accesa la lampadina: “Mica la casa avrà muffa?”, si sarà (più o meno) detto. Si trattava giusto di una semplice supposizione, dettata dal cattivo odore emanato, mentre per avere delle risposte precise andavano eseguiti dei controlli approfonditi.
Allora ha preso un rilevatore delle spore presenti nell’abitazione e lì i sospetti si sono rivelati fondati: superavano la soglia di 1.500! La decisione da prendere gli è stato facile prenderla: fare le valigie e lasciare in anticipo la struttura. Inizialmente, aveva in mente di soggiornarvi 30 giorni, ma le sopraggiunte complicazioni gli imponevano di andarsene via, onde evitare di rimetterci in termini di salute.
Il proprietario non era, però, dello stesso avviso, considerandolo un disagio di poco conto (!). Alla fine, l’affittuario è riuscito a riavere indietro la somma tramite chargeback sulla sua carta di credito. Ma sapete qual è la cosa più assurda? Che al ragazzo sono arrivate diverse critiche dagli utenti perché – citiamo testualmente – i valori “non significherebbero nulla”. Da non credere.