Nessuno sa davvero come siano arrivate delle simili monete in un posto così sperduto. Stiamo parlando di due monete di epoca romana scoperte a metà strada tra Svezia ed Estonia. Gli archeologi, infatti, sono rimasti perplessi dalla scoperta di due monete d’argento su una remota isola nel Mar Baltico. Qualcuno ipotizza che siano arrivate insieme a commercianti scandinavi. È possibile che ci sia stato un naufragio o, ancora, che siano state portate fino a lì proprio su una nave romana diretta all’estremo nord.
Andiamo nel dettaglio del ritrovamento. Due monete d’argento trovate sull’isola di Gotska Sandön e si tratta di due “denarii” romani. Una appartiene al periodo dell’imperatore Traiano tra il 98 e il 117 d.C., l’altra a quello dell’imperatore Antonino Pio, tra il 138 e il 161 d.C. Ognuna pesa meno di 4 grammi e rappresenta la paga giornaliera di un operaio.
I denarii erano la moneta più utilizzata nell’antica Roma. Il loro nome sopravvive ancora oggi nel nostro linguaggio con, appunto, “denaro”, e così in diverse lingue latine, come anche “dinero” in spagnolo.
Le monete dell’Impero Romano potevano rimanere in circolazione anche molto a lungo, perché l’argento in esse contenuto rimaneva comunque una risorsa di scambio commerciale. Chissà se furono consegnate ad alcuni abitanti dell’isola per pagare un alloggio dove si potevano rifugiare i naviganti sorpresi dalle tempeste marine. Potrebbero essere arrivate proprio con i naufraghi, data la nota pericolosità delle acque intorno all’isola.
Gotska Sandön, o “Sand Island”, è una delle isole più remote del Mar Baltico. Altre monete romane si trovavano anche sull’isola più grande, Gotland, circa 40 km a sud. Si trova a circa cento chilometri dalla Svezia. Gotland, con una superficie di circa 3 mila km², è la più grande delle isole svedesi. Si poteva prevedere dato che storicamente vi si trovavano diverse città. Mentre non ci sono città o villaggi a Gotska Sandön.
Gotska Sandön, inoltre, significa proprio “isola di sabbia”, e oggi è disabitata. Solo durante il XIX secolo vivevano i guardiani del faro. Prima di allora era conosciuto come rifugio per i pirati. L’isola era visitata anche dai cacciatori di foche, pesca che adesso è vietata. Gli interrogativi sull’isola non finiranno di certo qui.