È tematica di recente interesse quella inerente alla possibilità o meno di utilizzare un linguaggio inclusivo nei vai ambiti della società. Il fine ultimo da raggiungere sarebbe orientato ad una maggiore integrazione sociale. Ovvero, alla necessità di manifestare, anche attraverso le parole scritte, la ferma intenzione di vedere rappresentata ogni tipologia di persona. A prescindere dal suo genere e dal suo orientamento sessuale.
Il dibattito è attualmente ancora aperto e fortemente caratterizzato da due distinte vedute di pensiero. C’è infatti chi appoggia l’utilizzo di ogni mezzo, quindi anche quello linguistico, volto a garantire il raggiungimento della più estesa inclusività possibile. C’è invece chi non considera opportuno intaccare il modo in cui noi comunichiamo, considerando ogni manomissione letteraria una strada non percorribile.
Nell’ambito di coloro che muovono critiche all’utilizzo del linguaggio inclusivo, spicca una particolare categoria di professionisti: gli insegnanti. Tendenzialmente più “protettivi” verso il mantenimento di un linguaggio classico, queste figure professionali potrebbero trovarsi più facilmente coinvolti ad affrontare direttamente la questione, anche con i proprio alunni. Ed è proprio ciò che è accaduto alla protagonista della nostra storia, Sara Vanessa Cárdenas, un’insegnante colombiana che si è imbattuta in un manoscritto realizzato da una sua studentessa e caratterizzato dall’utilizzo di questa particolare forma linguistica.
Come riportato in un post sul suo account Twitter, la studentessa in questione avrebbe composto un saggio avvalendosi del linguaggio inclusivo. Esso è caratterizzato dal non gendering delle parole, che fa uso della vocale “e” come forma neutra, per evitare la “a” del femminile e la “o” del maschile. La Cárdenas rientra in quella categoria di persone che non approva la trasformazione arbitraria del linguaggio convenzionale.
La docente ha così espresso pubblicamente la sua contrarietà verso questo tipo di linguaggio, specificando di aver invitato l’alunna a ripetere correttamente il lavoro. Queste le sue parole:
Stavo valutando alcuni compiti e tra questi ho letto un saggio contenente un linguaggio inclusivo. Ovviamente il voto ottenuto è stato 1. Per recuperare la materia, ho chiesto alla studentessa di fare una breve esposizione nella lingua dei segni. Credo che in questo modo imparerebbe davvero il significato del termine inclusione.