L’artista Sigalit Landau trasforma gli oggetti quotidiani sommersi nel Mar Morto in incredibili opere di sale

Sigalit Landau è un’artista israeliana nota per la sua particolare abilità nel creare strabilianti oggetti di uso quotidiano attraverso l’uso del sale come materia prima. Le sue creazioni, alcune particolarmente commoventi, rivelano il forte legame della donna con la propria terra nativa di Israele. L’infanzia trascorsa fra le colline che si affacciano sul deserto della Giudea e il Mar Morto hanno determinato senz’altro un forte senso di attaccamento a queste terre. Esse finiranno, infatti, per influenzare notevolmente il processo creativo di molte sue opere.

Le sue creazioni sono, allo stesso tempo, serie fotografiche e sculture. L’artista immerge nelle acque fortemente salate tipiche del Mar Morto oggetti di uso quotidiano. Si tratta ad esempio di abiti, scarpe, cesti e persino teschi di animali. Landau fotografa svariate volte il processo di salinizzazione subito dagli oggetti, al passo con la graduale cristallizzazione del sale nelle loro strutture. Ne deriva, alla fine, un risultato assolutamente sorprendente: sculture incredibili che risultano ricoperte dal sale luccicante estremamente puro. L’intero processo può richiedere fino a due anni per la sua completa esecuzione.

Nelle opere di Sigalit Landau, è possibile che lo spettatore si ritrovi di fronte alla contemplazione di riferimenti diretti alla poesia così come alla politica. Un coinvolgimento emotivo dell’osservatore dinanzi a riferimenti sulla realtà, inclusa quella della nativa Israele, che sono spesso elaborati dall’artista attraverso l’uso di installazioni, sculture e video.

Utilizzando il sale come elemento di conservazione degli oggetti per eccellenza, l’artista israeliana invita gli spettatori ad intraprendere un viaggio nel campo della memoria. Gli oggetti utilizzati diventano così un forte simbolo di speranza verso una futura e possibile convivenza pacifica tra religioni, culture e visioni del mondo.

Sigalit Landau afferma:

Questi oggetti lasciano il ‘gioco‘ di essere ‘cose‘ utili ed entrano in un nuovo regno: lo spazio aperto della rappresentazione. Perdono i loro vecchi lineamenti e dimensioni e inalano una certa purezza di spirito, curata dal clima e accresciuta dall’emozione.