Qualcuno ha pensato si trattasse di strani oggetti restituiti dalla corrente del mare, ma quello che è successo sul litorale di Pesaro rivela l’arrivo di creazioni naturali davvero speciali su quelle spiagge. Altro che spazzatura! Noto come “borsellino della sirena”, ma conosciuto anche come “piccolo diavolo” (vista quella coppia di corna), questa ooteca è stata avvistata sulla costa marchigiana in più di un esemplare.
Massimiliano Bottaro, biologo marino e ricercatore, ha commentato la comparsa di numerose ooteche di razza sulle spiagge vicine a Pesaro proprio in questi giorni. “È un fenomeno naturale estremamente comune in questo periodo e può essere anche un segnale confortante in fatto di biodiversità per il mare Adriatico”. Il ricercatore, dunque, invita ad avere cura di queste ooteche e a non scambiarle per rifiuti da gettare.
Si tratta di strutture che, come dice lo stesso termine, sono prodotte da squali o razze e servono a contenere le loro uova. Questo “borsellino di sirena”, questa sacca, contiene un solo uovo fertile e la gestazione varia da 6 a 12 mesi, ma la temperatura più fredda dell’acqua può aumentare questa durata. Spiega Bottaro a proposito della forma bizzarra: “Le corna servono per ancorarsi quando sono sulla sabbia o sulle alghe, si impigliano sul substrato per stare ferme”.
Questo “vagone del mare” o, come è stato definito meglio, “borsellino delle sirene” per via della loro condizione di contenitore spesso rintracciabile vuoto, è un vero e proprio tesoro. Ci si chiede se è normale trovarne tante e a marzo. Ci si chiede anche se ci sono fenomeni collegati tra ooteche e cambiamento climatico.
“Servirebbe sapere meglio la specie che le ha prodotte – risponde Bottaro – in modo da conoscere tutto sul loro ciclo riproduttivo e capire se effettivamente si trovano in anticipo rispetto ai tempi. Le razze hanno un ciclo riproduttivo molto ampio per cui difficilmente possiamo dire che sono fuori stagione. Inoltre bisogna aggiungere che negli ultimi giorni ci sono state violente mareggiate che potrebbero aver portato a riva le uova”.
Non sembrerebbe collegato al cambiamento climatico, bensì rappresenterebbe un indice di presenza di questi animali nell’Adriatico. Queste ooteche, dunque, testimoniano che il mare ha ancora forza e ricchezza nonostante non facciamo abbastanza per tutelarlo. Secondo il biologo marino queste strutture “possono appartenere alla razza stellata (Raja asterias), o alla razza ocellata (Raja miraletus)”.
Continua Bottaro che “di specie di razze nei nostri mari ce ne sono molte altre e spesso si distribuiscono a seconda della profondità. Ad esempio, in Adriatico ce ne sono diverse che amano i fondali bassi e infatti la profondità massima che può raggiungere è quasi 100 metri”.
Per indagare al meglio il significato di questi ritrovamenti, che siano abbondanti o meno, bisognerebbe avere a disposizione i dati su certi ritrovamenti anche negli scorsi secoli. Solo così si potrebbe capire se esiste un impatto antropico che ha determinato tale fenomeno o se si tratta di pura casualità naturale.
Non bisogna quindi cadere nell’errore di fare valutazioni a senso unico. Dice Bottaro “Un esempio di facile comprensione è possibile farlo prendendo in esame l’aumento delle temperature in tutto il globo. È indiscutibile che stia accadendo, ci sono molti studi a riguardo, ma diversi scienziati correlano il riscaldamento globale solo con l’attività antropica. Anche se una parte è sicuramente dovuto a un aumento naturale”.
In altre parole, conclude il biologo marino, “si dovrebbero studiare antichi registri di secoli fa per comprendere se fenomeni simili sono apparsi prima d’ora, integrando i dati moderni per avere una visione di insieme”.
Cosa fare, dunque, se si trovano i “borsellini delle sirene”? Sicuramente non vanno gettate come spazzatura dato che oltre a poter contenere uova potrebbero contenere creature vive. La cosa migliore sarebbe lasciarle dove si trovano o adagiarle in acqua. “Quelle molto gonfie potrebbero contenere un embrione ancora vivo” ricorda Bottaro. Dunque, ci vuole cura anche per strani oggetti cornuti e nessuna paura.