Fra i tanti temi sociali che contraddistinguono la nostra realtà quotidiana, risulta senz’altro fonte di diffuso ed ampio dibattito quello inerente alla capacità o meno di saper educare adeguatamente i propri figli. È indubbio di come, rispetto al passato, le abitudini e le tipologie educative attualmente in vigore siano profondamente cambiate. Se da un lato è possibile rilevare un’attenzione ed una cura in qualche misura più articolata del processo educativo dei figli, dall’altro risulta tuttavia innegabile un allentamento delle severità e del rigore che tale processo richiederebbe. Ogni famiglia tende ad educare la propria prole assecondando quello che è il suo sistema di valori e la propria visione del mondo. Nell’ambito di tale dibattito, ha suscitato un certo clamore la vicenda che ha visto protagoniste una donna incinta ed un’assistente di volo. Quest’ultima, durante un volo, avrebbe preteso dalla passeggera di recuperare personalmente i rifiuti prodotti dai suoi figli.
Un dibattito che ha generato non pochi e discordanti pareri in merito. Innanzitutto, ci si è chiesto se la richiesta avanzata dall’assistente di volo possa considerarsi o meno appropriata. Se fosse , infatti, dovere della cliente provvedere a recuperare i rifiuti generati dai figli, soprattutto in considerazione della sua delicata condizione. O se rientrasse, invece, nella mole dei compiti che spettano alle hostess di volo recuperare i rifiuti prodotti.
Anthony Bass, marito della donna e lanciatore di baseball professionista, attendeva l’arrivo della moglie che viaggiava con i suoi due figli sulla compagnia aerea United Airlines. Egli, una volta venuto a conoscenza dell’episodio in questione, ha manifestato tutto il proprio disappunto sul trattamento riservato alla propria consorte. Pertanto, ha voluto divulgare il caso via Twitter:
L’assistente di volo @united ha appena fatto inginocchiare mia moglie incinta di 22 settimane, che viaggiava con due bambini di 5 e 2 anni, per raccogliere i popcorn fatti cadere dalla mia figlia più piccola. Mi stai prendendo in giro?!?!
La vicenda ha ovviamente generato precise prese di posizione da parte degli utenti del web. La maggior parte di tali posizioni ha espresso vicinanza e sostegno nei confronti dell’assistente di volo:
Mi renderebbe più triste come madre vedere il comportamento di mio figlio e comportarmi come se nulla stesse accadendo. Una buona correzione eviterà disagi per la società in futuro.
Ed ancora:
Ogni volta che mio figlio crea disordine, io cerco di ripulirlo. È mio figlio, è mia la responsabilità, quindi, se sono incinta o malata, devo farlo io, non tocca ad altri provvedere.
Alcuni utenti hanno tenuto a sottolineare come la gravidanza non debba essere adottata come scusa per evitare di non porre rimedio ai pasticci combinati dai propri figli.
Sono andata al cinema incinta e con mio figlio e nessuno ha avuto bisogno di farmelo presente. Io e il mio piccolo abbiamo raccolto quello che abbiamo lasciato cadere per disattenzione e non mi è accaduto niente, non sono fatta mica di vetro.
Di parere opposto, invece, quello di Jacqueline Whitmore, ex assistente di volo. La donna ha affermato che il trattamento adottato dall’assistente di volo non era stato appropriato, in quanto fra i loro compiti rientra anche la raccolta di rifiuti e di oggetti caduti.
A tal proposito ha riferito:
Di solito rimangono lì finché l’aereo non atterra e la squadra di pulizia non sale a bordo.
L’episodio ha generato un così ampio dibattito da esercitare una forte pressione sulla compagnia aerea. Al punto tale da spingerla ad aprire un’indagine interna per valutare a fondo la posizione dell’assistente di volo.