Viviamo in un’epoca in cui i quotidiani e costanti progressi tecnologici caratterizzano sempre più la vita di tutti noi. In particolar modo, nell’ambito della comunicazione, i più recenti sviluppi consentono di connettere più facilmente le persone fra loro. E, addirittura, si sta concretizzando la possibilità di accedere a canali comunicativi così avanzati da permetterci di “incontrare” coloro che non sono più fra noi. È questo il caso di un nonno di 85 anni che, rivolgendosi a degli esperti della realtà virtuale, si è fatto creare un clone olografico.
Il protagonista di questa storia, Jerry Terrance, originario della California, voleva consentire alla sua famiglia e ai proprio discendenti la possibilità di serbare la memoria della sua persona e della sua storia di vita. Per fare ciò, Jerry si è avvalso della collaborazione di un team di esperti di Metaverso. Lo scopo era quello di creare uno spazio tridimensionale in cui, attraverso l’ausilio di oltre 30 telecamere, il nonno potesse essere ripreso da più angolazioni.
Queste le sue parole:
Penso che sia un modo meraviglioso per preservare la storia della mia famiglia per le generazioni future. Vedermi così è fantastico, sembra di guardare un film.
Questa sorta di “capsula del tempo“, come la definisce Jerry, necessita soltanto di un paio di cuffie e sarà in grado di “teletrasportare” il suo clone in una realtà virtuale, anche dopo la sua morte.
Per Jerry è come assistere ad un film. Il suo film. Frammenti di una vita intera da lui stesso narrati a cui tutti potranno avere accesso, in primis la sua famiglia. Proprio sua figlia Stacy, quando ha indossato per la prima volta il visore della realtà virtuale, ha ammesso di aver scoperto dettagli della vita del padre che fino a quel momento ignorava completamente.
si tratta di una vera e propria rivoluzione del futuro dello “storytelling“, che abbatterà, fra l’altro anche alcune barriere della lingua scritta, non più soggetta ad errate interpretazioni.