Cose Molto Strane

Le 10 Barbie più scioccanti e stravaganti che siano mai state messe in vendita

Dal 1959 l’arrivo sul mercato dei giocattoli di Barbie ha senza dubbio rivoluzionato il mondo delle bambole e anche il modo di concepire il gioco delle bambole. Molto criticate per via del messaggio implicito di una “donna perfetta”, un modello quasi, Barbie è un vero e proprio micromondo dove avvengono fatti capaci di influenzare la società o, al contrario, dove arrivano contaminazioni inaspettate. Il risultato sono dei modelli che, talvolta, fanno scalpore, in negativo senza dubbio, ma anche gola tra i collezionisti per il ridotto mercato che, di conseguenza, hanno certi modelli di Barbie.

Adattarsi a tutta una serie infinita di ruoli, personaggi storici e figure blasonate ha permesso a questo giocattolo di restare al top degli acquisti per le bambine del mondo. Per decenni, Barbie è in cima ai prodotti più acquistati di sempre per le ragazzine e le bambine. Ma non solo: il collezionismo di questo settore ha un mercato fiorente che non accenna a crollare.

Tra tutte le trovate commerciali della produzione Barbie, alcuni modelli sono stati rapidamente rimossi dalla vendita perché ritenuti offensivi, grotteschi, di cattivo gusto. Oggi presentiamo le 10 Barbie più rare di tutta la storia, quelle più particolari, più rare e più strane che potessero approdare sul mercato internazionale.

Becky, la Barbie disabile

Arrivato sul mercato per sensibilizzare all’inclusione dei disabili, non ha avuto l’effetto sperato. Non aveva un grande potere attrattivo nel mercato e, soprattutto, non passava dalle porte della case per Barbie. Insomma, non era stato adattato per giocare insieme alle altre Barbie nelle “residenze” giocattolo progettate per queste ultime.

Il modello Oreo, la polemica esplosiva

Un risultato senza dubbio imbarazzante è quello di produrre una Barbie sponsorizzata da un biscotto al cioccolato che fosse anche di pelle scura, color Oreo. Insomma un’idea che ha portato la bambola a sparire rapidamente dagli scaffali. Inutile dire che vestiti blu sponsorizzati e pelle color cioccolato non abbiano avuto grande appeal e soprattutto grande accoglienza da parte del pubblico.

La Barbie tatuata

A molti genitori non è piaciuta l’idea di promuovere presso le più giovani l’ornamento della propria pelle attraverso i tatuaggi. Essendo giocattoli molto potenti (come tanti altri strumenti con i quali cresciamo) la Barbie tatuata era senza dubbio condannabile da molti genitori puristi. Insomma, troppa modernità e libertà non andavano bene.

Il modello sovrappeso

La scelta era indirizzata a far prendere consapevolezza da parte del pubblico della varietà di corpi che ci sono e ci circondano e delle diverse condizioni fisiche che viviamo. Ma non è stata sostenuta a sufficienza dalle famiglie che l’hanno trovata di cattivo gusto, un brutto esempio da seguire (come se le bambole dovessero esserlo!) e soprattutto non “conforme” a quella bellezza che bambine e mamme ricercano. Un fallimento sociale e commerciale.

Vergine di Guadalupe, la bambola non ufficiale ma provocatoria

Molti seguaci dell’immagine della Vergine di Guadalupe, hanno ritenuto questa versione irrispettosa della fede che professano. La loro vendita – come opere d’arte contemporanea più che come prodotti della Mattel, l’azienda detentrice del marchio delle storiche bambole – non ha avuto molto successo, ma è giunta comunque a loro favore poiché questi modelli sono diventati cimeli da collezione.

La grottesca bambola incinta

Sembra uscita da un horror italiano degli anni Settanta. Il prodotto è stato rapidamente ritirato dal mercato sia per l’evidente risultato estetico raccapricciante, sia per il poco successo presso tutte quelle famiglie (molte) che non sopportano l’educazione sessuale impartita ai bambini, anche attraverso mezzi semplici come i giocattoli. 

Una delle bambole più costose in circolazione

Il suo prezzo elevato è dovuto al fatto che la manifattura dei suoi abiti è eseguita esclusivamente a mano, con materiali di alta qualità. La bambola indossa gioielli veri che ne fanno un grande gioiello e non un giocattolo come gli altri.

Un tributo amaro a Amy Winehouse

Alla giovanissima età di 27 anni se n’è andata Amy Winehouse, la straordinaria cantante R&B. Una donna, una ragazza con gravi problemi di dipendenza da alcol e una sofferenza drammatica da depressione. A lei Barbie ha deciso di dedicare una sorta di edizione speciale che ha avuto anche poco successo. Basta vederla per capirne i motivi. Proprio per le critiche feroci che ha ricevuto è stata relegata alla vendita solo nei negozi di musica e prodotti affini alla musica e non negli store di giocattoli.

Anche Shakira di Barranquilla aveva la sua bambola

Splendido tentativo di omaggiare la talentuosa stella colombiana. Minuziosa la cura dell’abbigliamento, molto simile a quello della cantante, di certo lontana dalla bellezza originale della donna superstar alla quale è dedicata questa edizione. 

Una delle Barbie più glamour, la dedica a Marilyn Monroe

Chi non poteva mancare in un tributo Barbie? Un personaggio che per molti anni è stato definito (anche negativamente) una “bambola”, non poteva non diventare un’icona nell’icona. Un giocattolo storico alle prese con un personaggio della storia del cinema e dello spettacolo statunitense. Marilyn entra di diritto tra le bellezze che, seppur scomparse troppo presto da questo mondo, resteranno tra le bellezze immortali.